Se la colpa è del datore di lavoro e non dell’immigrato
In risposta all’Associazione NAGA di Milano, il Ministero dell’interno italiano, dopo aver interpellato anche l’Avvocatura Generale dello Stato, ha precisato che nel caso in cui la richiesta di regolarizzazione dell’immigrato venga rigettata per cause imputabili esclusivamente al datore di lavoro “il lavoratore potrà ottenere il rilascio del permesso di soggiorno per attesa occupazione, qualora sia verificato il pagamento delle somme dovute a titolo retributivo, contributivo e fiscale per un periodo pari ad almeno sei mesi”. Oltre a dover essere dimostrato che è stato versato il contributo forfettario di €1.000 e che lostraniero è presente sul territorio nazionale come minimo dal 2011.
fonte: www.west-info.eu/it/
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