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Renzi chieda un commissario europeo per l’immigrazione. Possibilmente italiano

Nei giorni scorsi migliaia di persone sono state salvate da un triste destino nel canale di Sicilia. Migranti, partiti principalmente dai porti libici ed egiziani, in cerca di una nuova prospettiva di vita, in fuga da violenze e povertà.

Decine di migliaia di persone sono state messe in salvo a partire da gennaio. Oltre 200.000 persone, dal 2008 ad oggi, sono sbarcate in Italia secondo Frontex, l’Agenzia Europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, l’agenzia che, in altre parole, dovrebbe aiutare a controllare i confini dell’Unione e che, per una scellerata operazione di ripartizione, ha sede a Varsavia invece che in uno dei paesi “caldi” sul fronte dell’immigrazione.

Si potrebbe scrivere molto sull’assenza di un chiaro modello di inclusione delle politiche migratorie in Italia, sulla mancanza di una chiara direttiva per quanto concerne le politiche di regolazione dell’immigrazione, sull’assenza di coraggio che fa sì che in Italia sia ancora in vigore la legge Bossi-Fini: una normativa varata prima della crisi economica, con uno scenario migratorio completamente differente (basti pensare che Romania e Bulgaria sono entrate in Europa nel 2007).

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Temi, questi, che potrebbero sembrare separati e separabili dalla questione della protezione e dell’accoglienza dei rifugiati, come recentemente mi è stato detto da un’importante funzionario di un’organizzazione internazionale che si occupa di migrazioni, ma che, a mio modo di vedere, rappresentano due lati della stessa medaglia e l’indelebile sintomo di come in Italia, per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, sia tutto da rifare.

L’emergenza attuale è quella degli sbarchi, affrontata per mezzo di una vera e propria operazione militare, Mare Nostrum, che pur cercando di salvare il maggior numero di vite rischia, ogni giorno che passa, d’incentivare il traffico di essere umani e di rappresentare una risposta emergenziale a una tematica diventata, da tempo, strutturale.

Recentemente il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha chiesto che Mare Nostrum si trasformi in un progetto comunitario. Il punto, francamente, è però un altro. A diventare materia europea dovrebbe essere l’intero impianto normativo riguardante l’immigrazione e la protezione dei rifugiati, a dispetto di chi pensa che questo problema possa essere affrontato in maniera differente da ogni Paese membro..
In questo senso, forse, il Presidente del Consiglio potrebbe far valere le nostri ragioni e, invece di pensare a Mr. o Mrs. Pesc, valutare la possibilità di evitare che si compia un duplicato di quando Frontex venne “affidata” alla Polonia.

Renzi potrebbe chiedere che si istituisca la figura di un Commissario Europeo per l’Immigrazione e le politiche per i Rifugiati. E rivendicare per l’Italia questo ruolo.






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