Aldo Funicelli – agoravox.it – La nostra politica si basa su luoghi comuni e narrazione: il conflitto politico magistratura, dipendenti pubblici fannulloni, privato è bello, basta vincoli e controlli per crescere. Luoghi comuni che vengono messi in fila in quella narrazione che ci viene ripetuta ogni giorno da TG e giornali: bisogna correre, fare in fretta, decidere da soli senza concertazione, senza sentire troppe campane per non perdere tempo.
In cima a luoghi comuni, per come viene sfruttato, il tema dell’immigrazione: ci rubano il lavoro, vengono in Italia e pretendono solo, non rispettano le leggi. Gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste, tra cui sicuramente si annidano i tagliatori di gola dell’Isis, si prendono 30 euro al giorno, per non fare niente.
Non abbiamo case per noi (in un paese dove troviamo migliaia di case sfitte o tenute chiuse) e dobbiamo darle agli immigrati. Messi assieme, tutti questi luoghi comuni (in buon parte falsi), danno una narrazione buona per costruire carriere politiche, per occupare spazi nei talk show e gridare al lupo al lupo.
Se uno vuole andare a vedere come stanno veramente le cose, fa fatica: l’informazione pubblica, pronta a raccogliere la narrazione favolistica del politicante di turno, non aiuta.
Uno deve andarsi a vedere il bel servizio di
Gazebo sulle condizioni degli immigrati nella baraccopoli di
Rosarno. Dove trovi ragazzi venuti dai paesi africani per raccogliere la frutta e la verdura nei campi del sud. Sempre
Gazebo ha fatto vedere quale sia la vita dei richiedenti asilo, in un centro di accoglienza a
Padova: tutta la trafila avanti e indietro dalla Questura per prendere un pezzo di carta dove i membri di una commissione hanno scritto se sei o meno degno di avere asilo.
È stato proprio don Luca Favarin, il prete che gestisce il centro, a spiegare a Diego Bianchi come funziona: i 30 euro dallo Stato arrivano a lui e servono per tutti i bisogni di queste persone. A loro, in tasca, ne arrivano pochi di euro. Don Luca cerca di fare il meglio che può per accoglierli, insegnare un po’ di italiano, tenerli sulla buona strada. È la legge che non permette loro di lavorare, in attesa del permesso, con buona pace dei Salvini vari. E prima di parlare di lavoro rubato agli italiani, bisognerebbe andare a vedere quali lavori sono dati a questi migranti: sfruttati da altri italiani, per lavorare a cottimo, senza contratto e senza poter pretendere nulla.
La narrazione degli italiani brava gente non è vera: le carte dell’inchiesta su mafia capitale hanno mostrato in modo inequivocabile come per molti l’immigrazione sia solo un business.
Scriveva in un sms il signore delle coop rosse Savatore Buzzi:
«Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione sociale».
Come per i terremotati, come per l’emergenza abitativa, anche l’emergenza legata all’arrivo di profughi in fuga da zone di guerra, è stata occasione per fare soldi. Sulla pelle della gente e rubando soldi allo Stato.
Fino alla retata del dicembre scorso, gente come
Buzzi, come Odevaine, come i signori del centro
la Cascina (vicino a CL), erano considerati dei galantuomini. Da una parte le grida manzoniane contro gli immigrati, a spasso per il paese, a spese nostre, mentre noi italiani brava gente ci spacchiamo la schiena per lavorare.
Dall’altra la verità: l’immigrazione, la gestione dei centri per immigrati è un business che ha arricchito in tanti, vicini a politici di destra e sinistra. Le Coop rosse di
Buzzi, che pagavano le campagne elettorali per Alemanno ma finanziano anche le cene di Renzi. E le coop bianche care al Vaticano, vicine a Comunione e Liberazione. Sono le
larghe intese, non solo al governo, ma anche nella spartizione dei milioni sulla pelle di persone che scappano da disgrazie.
In questo stralcio di conversazioni si parla di un mega appalto nel Lazio sulla sanità:
Un sistema a maglie larghe che, nell’ottica di Odevaine, mette d’accordo tutti. «C’è un interesse da parte del Pd a tenere un rapporto con Cl, perché stanno lavorando insieme no? Alfano, Lupi… loro li sostengono mo’… questo può essere uno strumento anche per sostenere il partito su cui si stanno impegnando fortemente. Nicola deve a loro molto, nel senso che l’hanno sostenuto e ancora non è tornato indietro niente… per questo sono in grado di chiedere».
Cosa sono i 30 euro al giorno, di fronte ai milioni che il comune di Roma ha pagato alle case di una società del calciatore Totti? Alle stecche pagate per i politici.
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