“L’accoglienza è civiltà non è merce per affari criminali sulle spalle dei rifugiati”
A Roma s’è svelato un sistema mafioso e fascista. Un congegno che lambisce persino il mondo dell’accoglienza di richiedenti asilo, immigrati e Rom. In questo quadro, l’UNHCR nota come l’iniziativa di giovedì 4 dicembre “Roma Città Aperta, Sicura“, rappresenti un richiamo necessario per le coscienze civili della città e per le istituzioni
di CARLO CIAVONI
ROMA – L’uragano giudizirio che incombe su Roma svela un sistema mafioso d’ispirazione fascista, generato all’interno delle mura della città, senza alcun legame con altri centri criminali “tradizionali”. Un congegno che lambisce anche il mondo dell’accoglienza degli immigrati e dei Rom, ramificato, e che l’operazione “Mondo di Mezzo” della Procura romana, ha portato alla luce. Dentro c’è gente che per anni ha infilato le mani nelle viscere della spesa pubblica, tra assegnazione di appalti e finanziamenti del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate, con particolare interesse nella gestione dei rifiutie e persino nei centri di accoglienza per profughi richiedenti asilo e campi nomadi. Sono 900 le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, scritte in più di tre anni d’indagini, che per ora ha portato in carcere 37 persone, oltre ad un centinaio di indagati a piede libero, ex sindaco Alemanno compreso. Le accuse? Estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio.
Un dovere delle società civili. In questo quadro, l’UNHCR fa notare come l’iniziativa prevista per domani – giovedì 4 Dicembre – intitolata “Roma Città Aperta, Sicura… Costruiamola Insieme“, rappresenti con la sua fiaccolata un richiamo importante e necessario per le coscienze civili della città, per le istituzioni, per le associazioni e le comunità sui temi della coesione e dell’integrazione sociale di migranti, rifugiati e richiedenti asilo nella Capitale. In questa occasione, l’Agenzia dell’Onu torna a ribadire “che l’accoglienza per i rifugiati e i richiedenti asilo deve essere pilastro per la costruzione di una società evoluta ed inclusiva, oltre che un dovere ineludibile per una società civile. Per questo – dice Laurens Jolles, delegato UNHCR per il Sud Europa – la mobilitazione del mondo del lavoro e dell’associazionismo assieme ai cittadini acquista un ruolo fondamentale”.
I diversi richiami al sindaco Marino. L’inchiesta della Procura romana mette così in scena due realtà: la rete silenziosa di cittadini – volontari e non – che lavorano assieme ad associazioni, affinché Roma divenga luogo di solidarietà e coesione, in contrasto con un sistema mafioso rapace, che ha puntato gli occhi sul sistema di accoglienza, considerandolo esclusivamente come una fonte di grossi guadagni. Il tutto sulle spalle di migliaia di persone in fuga da guerre, violenza e persecuzioni, che sperano di trovare in Italia un rifugio sicuro e dignitoso. Non a caso – si legge in una nota dell’Agenzia – “l’UNHCR da tempo richiama l’attenzione sulle criticità del sistema di accoglienza a Roma ed ha chiesto più volte un confronto con il Sindaco Marino. A questo proposito – si legge ancora – l’UNHCR ha recentemente inviato una lettera con la quale ha richiamato l’attenzione del Sindaco sull’elevato numero di rifugiati e richiedenti asilo, che a Roma vivono ancora in condizione di grave disagio e talvolta di abbandono”.
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