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Italia-Ue, scontro su immigrati Bimba di 6 mesi tra i morti di ieri

unita.it – Tra le diciassette vittime del barcone affondato ieri a sud di Lampedusa, oltre a dodici donne, ci sono due bambine di sei mesi e un anno. Lo ha reso noto il capitano di fregata Stefano Frumento appena sceso dalla ‘Grecale’ che ha trasportato sino al porto di Catania i 206 sopravvissuti, oltre alle vittime. Due gli scafisti individuati, si tratterebbe di giovani egiziani. La procura di Catania indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e concorso in omicidio. A bordo della nave sono saliti agenti di polizia. «Mi hanno impressionato gli occhi dei sopravvissuti – ha detto il capitano – ancora pieni di terrore ma consapevoli di avercela fatta». Tra loro ci sono anche 16 minori, alcuni di pochi mesi, sino al 9 anni. «Sono in buone condizioni», ha aggiunto. Alcuni sopravvissuti hanno detto di essere partiti assieme a dei parenti di cui hanno perso le tracce.

IDENTIFICATI DUE SCAFISTI

Le 17 vittime e i 206 superstiti sono intanto arrivati in serata a Catania e il comandante Frumento ha spiegato che «sono stati identificati due presunti conduttori abbastanza giovani, attraverso il lavoro combinato nostro, l’osservazione e le interviste che facciamo ai migranti».

SCONTRO TRA ITALIA E UE
, L’IRA DI ALFANO
Ma il giorno dopo la tragedia, sul tema dell’immigrazione nel Mediterraneo, è scoppiato lo scontro tra Italia e Europa. La Commissione europea ha rispedito l’appello italiano al mittente. «Collaboriamo in modo positivo con le autorità italiane sul problema della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, attraverso contatti quotidiani» – ha fatto sapere Bruxelles – ma l’Italia «deve dire quello che vuole esattamente» dall’Unione europea, ha spiegato stamattina il portavoce della Commissaria Cecilia Malmstrom, Michele Cercone

«In marzo – ha dichiarato il portavoce – Malmstrom ha inviato una lettera al governo italiano in cui chiedeva indicazioni concrete» su quello che Bruxelles avrebbe potuto fare in più rispetto a quanto già messo in campo. «Non abbiamo mai ricevuto risposta», ha rivelato.

È necessario chiarire, ha aggiunto, «che non possiamo sostituire le autorità italiane ma siamo qui per sostenerle». È inoltre «falso» che l’Unione europea non abbia fatto nulla, ha sottolineato Cercone, «come è riconosciuto dalle stesse autorità italiane». Infatti, ha ricordato, «dalla tragedia di Lampedusa» dello scorso ottobre ma anche da prima, Bruxelles «ha messo in campo tutti i possibili strumenti per assistere l’Italia, dall’aiuto finanziario di emergenza utilizzato fra l’altro per Mare nostrum, al sostegno di 2 operazioni Frontex con il contributo di 18 paesi, allo sviluppo di strategie a più lungo termine come gli accordi conclusi con Marocco, Tunisia e con la Turchia».

Per affrontare la nuova emergenza immigrati nel Mediterraneo «non servono riunioni straordinarie, ma servono azioni concrete», ha concluso il portavoce della Malmstrom. Il prossimo consiglio Ue degli Affari interni, durante il quale la questione sarà sul tavolo come annunciato da Malmstrom, è in programma per il 5 giugno a Lussemburgo.

Ma Alfano non ci sta. «Ci sono quattro indicazioni precise che noi abbiamo sempre dato in tutti i contesti a Bruxelles», ha replicato il ministro dell’Interno a stretto giro.

Alfano rivendica di aver dato quattro indicazioni a Bruxelles:
1) «L’assistenza umanitaria in Africa, soprattutto in Libia: l’Europa deve andare lì perchè lì ci sono centinaia di migliaia di persone, di profughi, di gente che scappa da guerre».

2) «Il soccorso in mare lo deve fare l’Europa attraverso Frontex: l’Europa venga nel Mediterraneo a salvare dalla morte chi lo attraversa».

3) «Frontex abbia sede in Italia: il fatto che la sede oggi sia a Varsavia fa capire come il problema della frontiera sia ancora concepito tra est e ovest».

4) «Siccome i migranti che arrivano qui spesso non vogliono restarci, devono avere la possibilità di esercitare il diritto d’asilo anche in altri Paesi europei. Non possiamo rischiare di trasformare l’Italia nella prigione dei rifugiati politici».

Il portavoce di Cecilia Malmstrom sembra «evidenziare una distinzione di responsabilità tra il governo dell’Europa, la Commissione, e le responsabilità dei singoli Stati. Ma noi non consentiremo che nessuno, neanche a livello di rapporto tra Commissione Ue e singoli Stati, giochi a scaricabarile facendo sì poi che il conto lo paghi l’Italia».

Ai microfoni di Radio24, il ministro dell’Interno Angelino Alfano assicura che «se ci sarà da andare dalla Malmstrom, io ci andrò anche domattina: invece di scrivere letterine andrò a dirle chiaramente in faccia quali sono le nostre richieste. Se la Commissione o i singoli Stati giocano a scaricabarile, noi non siamo nati ieri, sapremo rappresentare con forza le ragioni dell’Italia».

Bruxelles ha evidenziato che se è vero che in Italia si è registrato un aumento dei flussi, «nel 2013 in Ue sono giunte 435mila richieste di asilo, di cui 125mila in Germania, 65mila in Francia, 54mila in Svezia, 30mila in Regno Unito e l’Italia è al quinto posto con 28mila», ha ricordato Cercone, contestando «l’idea che i paesi mediterranei siano sommersi dalle richieste di asilo»: bisogna «guardare alla questione dei flussi migratori da un punto di vista europeo e di solidarietà fra stati: che devono attuare in modo concreto tutti gli strumenti già decisi».

fonte: unita.it






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