Immigrazione, Renzi: “Andremo a riprendere il barcone in fondo al Mediterraneo”
l premier: “Il mondo deve vedere quello che è successo”. Da Berlino, Hollande tiene il punto sulle quote: la redistribuzione dei richiedenti asilo “non ha senso”. Ma per l’esecutivo Ue “la Francia è con noi, solo questione di dettagli”. Il cardinale Bagnasco: “Agenda europea per l’immigrazione buon segnale, ma ancora avaro”ROMA – “Noi andremo in fondo al mare a recuperare quel barcone, costerà 15-20mln euro, spero che pagherà l’Unione europea se no pagheremo noi, ma tutti devono vedere quello che è successo, voglio che smettano quelli che fanno i furbi e ci fanno le lezioni”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando, a Porta a Porta,dell’ultima grande tragedia dei migranti nel Mediterraneo.
Se ieri i ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione europea hanno approvato la missione “anti-scafisti”, che dovrebbe partire entro giugno e segnare un salto di qualità nel contrasto alla tratta di esseri umani tra le due sponde del Mediterraneo, resta tutto da sciogliere il nodo legato alla condivisione dei rifugiati già sbarcati in Europa tra gli Stati membri della Ue. Lo scoglio più duro da superare, in questo momento, è Parigi. In conferenza stampa congiunta con Angela Merkel a Berlino, il presidente francese Francois Hollande non ha aggirato la prevedibile domanda e ha ribadito il suo “no” alla strategia di una redistribuzione dei richiedenti asilo basata su quote. Strategia che per Hollande “non ha senso”, mentre per quanto ai migranti economici, ha osservato il titolare dell’Eliseo, “abbiamo già delle regole” sul “controllo delle frontiere” e “sulle politiche di controllo dell’immigrazione”, che prevede l’espulsione per chi non ha titolo a restare.
Più chiaro di così. Eppure la Commissione Ue non legge nelle parole di Hollande alcun diniego. “Non ho visto un no di Hollande. Ho visto delle domande sulle quote. Ma ora vedremo. E proveremo a trovare delle soluzioni. La strategia non è a rischio” assicura il vicepresidente dell’organismo, Frans Timmermans. In precedenza, è stata la portavoce della Commissione in tema di immigrazione,Natasha Bertaud, a precisare che “non c’è incompatibilità” con la posizione della Francia. “Su questo – ha spiegato la portavoce – la Commissione ha contattato Parigi e può contare sul suo sostegno”. Bertaud ha quindi aggiunto che la Commissione europea ritiene che “ci sia la possibilità di discutere i criteri” per la redistribuzione da un paese Ue all’altro e che “molti dettagli sono ancora da finalizzare” in vista della presentazione di proposte legislative formali la settimana prossima. Anche perchè, ha sottolineato la Bertaud, la decisione ultima spetta al Consiglio a maggioranza qualificata, sulla base della proposta legislativa che la Commissione farà la settimana prossima.
Sarebbe, dunque, solo una questione di “dettagli”. Nel frattempo, il giorno dopo il varo della missione navale contro i trafficanti di migranti, l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, ha rivendicato a Strasburgo la rapidità e l’efficacia della risposta europea all’emergenza immigrazione. Un mese esatto dopo l’ultimo tragico naufragio in cui hanno perso la vita fra 7 e 800 migranti, Mogherini ha illustrato al Parlamento europeo in sessione plenaria la politica comune di sicurezza e difesa. “Dobbiamo fare ancora molto lavoro su alcune questioni – ha ammesso, sul tema immigrazione – ma c’è stata una risposta rapida ed efficace”. Il fatto stesso di aver deciso l’operazione navale “meno di un mese dopo che il Consiglio europeo ce l’ha chiesto”, al vertice straordinario del 23 aprile, “è un record assoluto: normalmente queste decisioni richiedono tempi compresi fra i 6 e i 10 mesi”. Ed è, secondo il capo della diplomazia Ue, la dimostrazione che è possibile essere efficaci “utilizzando gli strumenti concreti che abbiamo a disposizione”.
Moderato apprezzamento per l’Agenda Europea per l’immigrazione è giunto anche dal cardinale Angelo Bagnasco nella sua prolusione all’assemblea Cei, aperta ieri sera da Papa Francesco, del quale ha utilizzato le parole per ribadire che i migranti sono “uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerra; cercano una vita migliore”. Secondo Bagnasco, “è evidente che l’accoglienza umanitaria vada sempre accompagnata dalla legalità e dalla sicurezza di tutti. Ed è evidente che all’accoglienza deve corrispondere coscienza e disponibilità”. In questo, per Bagnasco la Ue sembra “aver dato un colpo, quello che da anni si è atteso e forse si doveva pretendere”, un “segnale dunque apprezzabile, ma avaro”. Avaro perché, ha spiegato il cardinale, “nel 2014 furono impiegate in Italia risorse per 650 milioni, e per quest’anno sono stimati 800 milioni di euro” mentre “l’Unione Europea ne ha stanziati, per tutti i 25 Paesi membri, 60!”.
Dopo le polemiche con la Ue sulla possibilità dell’uso della forza per contrastare i trafficanti in acque libiche, fonti del governo di Tobruk, quello riconosciuto a livello internazionale, hanno confermato “proposte” all’Unione europea per “cooperare” contro l’emigrazione clandestina. Le fonti rimandano a un comunicato emesso dall’esecutivo libico domenica scorsa che annunciava l’invio di un “emissario” in rappresentanza di Tobruk alle discussioni sulle “soluzioni” per fermare il fenomeno. “Abbiamo nostre proposte all’Unione europea per cooperare al fine di mettere a punto un piano d’azione con cui affrontare questa migrazione e la crisi che ne scaturisce”, si afferma nel comunicato del 17 maggio. Il governo fra l’altro sottolinea la “determinazione ad avere un proprio efficace ruolo per controllare la migrazione illegale”.
Le cifre sulla “migrazione illegale” nel 2015 le ha diffuse l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Sono circa 40mila i migranti e i richiedenti asilo che hanno raggiunto le coste italiane illegalmente dall’inizio dell’anno. L’agenzia indica che solo a maggio, col favore delle condizioni meteo, sono arrivati in Italia via mare 12.460 migranti, per un totale nel 2015 di 38.690 persone. La maggior parte proviene da Eritrea, Etiopia, Somalia, Siria, Nigeria e Gambia ed è partita dalle coste della Libia. Pur plaudendo al varo della missione Ue anti-scafisti, l’Oim ha espresso rammarico per la decisione di non recuperare i corpi intrappolati all’interno della nave affondata nel Mediterraneo con 800 immigrati a bordo lo scorso 18 aprile. “Cosa è successo può essere considerato omicidio, centinaia di immigrati imprigionati nella barca che non hanno avuto possibilità di
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