Immigrazione, Lazio e Roma: la Capitale resta un polo di attrazione
Nel 2014, tra richiedenti asilo e migranti economici, sono arrivate in Italia 170 mila persone, di cui 64.625 hanno inoltrato richiesta d’asilo: si tratta principalmente di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, con i nigeriani come gruppo più numeroso (10.135) ma in larga parte anche dall’Asia (Pakistan in testa). La maggior parte ha un’età media piuttosto bassa (31 anni) e cerca lavoro in diversi comparti dell’economia spesso non coperti dai lavoratori italiani.
I dati provengono da Centro Studi e Ricerche Idos che, come ogni anno, ha pubblicato il Rapporto annuale sull’immigrazione in Italia. Il Centro Italia, in quanto polo di attrazione per il 25,4% della popolazione straniera residente in Italia, rappresenta una descrizione in formato ridotto delle dinamiche che avvengono a livello nazionale. Solo nelLazio vivono 636.524 stranieri (su un totale residente nell’intera area centrale di 1.275.845), pari al 10,8% della popolazione totale della regione. Di questi, il 52,2% sono donne che hanno dato alla luce 7.702 bambini nel corso dell’anno. Si conferma dunque la tendenza nazionale secondo la quale il numero delle donne straniere è in aumento rispetto all’anno precedente, raggiungendo la quota del 22%.
La distribuzione territoriale degli immigrati nel Lazio è fortemente squilibrata: la maggior parte si concentra nell’area della provincia di Roma dove si concentra l’80% della popolazione (il 3,1% in più rispetto allo scorso anno), mentre il raggio d’azione della Capitale ne accoglie più della metà (57,1%). “A grandi linee possiamo dire che il Lazio si stacca un po’ da quello che avviene nel resto d’Italia, non fosse altro per il ruolo che gioca Roma e la provincia a livello di attrattività. Perciò, se nel resto d’Italia i flussi risultano un po’ rallentati rispetto allo scorso anno, le percentuali dei residenti nella regione sono un po’ più alte rispetto alla media nazionale”, commenta Raniero Cramerotti, responsabile ricerche Idos per il Lazio. Roma è sicuramente uno dei centri di attrazione principali in Italia e funge da traino per tutto il contesto regionale. “A incidere fortemente sul carattere attrattivo della città è la forte concentrazione di attività legate all’ambito dei servizi che aumenta le opportunità di lavoro rispetto a quelle che si possono incontrare in altre province italiane. A questo si aggiunge il fatto che le comunità immigrate più numerose sono anche molto ben strutturate (Bangladesh o Filippine ad esempio). E infine non va sottovalutato il ruolo svolto dalla Chiesa cattolica nell’ambito dell’accoglienza”, precisa Cramerotti.
La conferma si può trovare nel dato relativo al numero di permessi rilasciati per asilo/ protezioneinternazionale che colloca la provincia di Roma al primo posto in Italia. “La rete Sprar presente sul territorio, quindi quella relativa alla prima accoglienza, è particolarmente attiva”. Tra le comunità più consistenti si registra un aumento di residenti provenienti dai nuovi paesi membri dell’Europa dell’Est (+17mila nuovi residenti), mentre al secondo posto, tra i contenenti più rappresentati si colloca l’Asia (25% di tutti i residenti in provincia di Roma e il 40% del totale regionale). L’età della popolazione straniera è piuttosto bassa: si tratta per la maggior parte di persone in età da lavoro mentre solo il 3,1% sono ultra65enni. La giovane età della popolazione fa si che l’impatto sul bilancio Inps e su sistema del welfare in generale sia relativamente basso. Sono in molti coloro che hanno aperto una propria impresa (57.050, il 12,1% del totale), in aumento dell’11,9% nell’ultimo anno e si confermano quasi immuni agli effetti della crisi economica che ha invece segnato lo stallo delle nuove imprese a titolarità italiana.
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