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Immigrazione, Jean Claude Juncker: “Con la fine di Schengen finirebbe anche l’Unione Economica”

“La fine del sistema Schengen con le frontiere interne aperte avrebbe conseguenze economiche gravissime per l’economia europea, con un aggravio della disoccupazione”. A dirlo è il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Non solo. Se non si potesse circolare liberamente nell’Unione europea, si vanificherebbe la moneta unica. Infatti, secondo Juncker, “meno Schengen significa anche meno occupazione e meno crescita economica. A che serve avere una moneta unica se non possiamo viaggiare nel continente come in passato? C’è un legame fra Schengen e l’Unione economica e monetaria, di cui non tutti parlano”.

Senza Schengen, ha continuato durante la conferenza stampa sulle priorità del 2016, “finirebbe anche l’Unione economica e monetaria e la disoccupazione aumenterebbe”. Ogni volta che un paese riprende a controllare le frontiere, si perde molto denaro, ha osservato ancora.

La linea “se salta Schengen salta l’euro” è la stessa che ha impresso Angela Merkel nei giorni scorsi, dando l’impressione che il governo tedesco non condividesse l’idea di un ripristino dei controlli alla frontiere. Ma secondo quanto riporta laStampa oggi, Berlino lavorerebbe sottotraccia in questa direzione.

Secondo un’autorevole fonte governativa tedesca, la Germania non ha affatto rinunciato all’idea di usare «l’atomica» della chiusura delle frontiere, alla luce delle miriadi di inadempienze sui rifugiati dei partner europei – non solo al di là della Oder, ma anche al di là delle Alpi e dei Balcani. E per evitare un’implosione economica, la mini-Schengen che i tedeschi hanno in testa includerebbe comunque un nocciolo di Paesi forti dell’area euro.

Un’ipotesi contro cui si è schierato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. “”Credere che la reintroduzione di
controlli permanenti alle frontiere interne sia la soluzione all’ emergenza migranti, o alla tutela della sicurezza, è un errore”. E “se accettiamo di mettere in dubbio i nostri diritti davanti alla minaccia del terrorismo, allora abbiamo perso”, ha detto in una intervista.

Schulz ha sottolineato la necessità di redistribuire i profughi: “senza la difesa dei confini esterni e la ridistribuzione dei rifugiati avremo problemi seri”. La possibilità che Schengen possa saltare se non si controllano i flussi di migranti? “La cosa più importante è una più forte difesa dei confini esterni. Anche la riallocazione di chi ha diritto alla protezione internazionale è la chiave: senza, gli hot spot non funzioneranno. Chi non può essere protetto deve essere rimandato indietro. Questa è la risposta che dobbiamo dare subito. Chi fa campagna contro Schengen – ha avvertito Schulz – tende a sottovalutare che si rischia di fermare anche la libera circolazione dei tir, cosa che costerebbe cara all’ economia e non solo”.

Il presidente dell’ Europarlamento ha escluso che Berlino possa rinunciare a Schengen, anche dopo i fatti di Colonia e Istanbul: “sono assolutamente sicuro che non accadrà”. “La società tedesca è un modello moderno di società aperta. È molto tollerante. Gli eventi di Colonia non cambieranno l’ opinione della stragrande maggioranza dei cittadini tedeschi”.

fonte: http://www.huffingtonpost.it/2016/01/15/immigrazione-germania-controlli_n_8987160.html






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