Il Centro studi di Confindustria ha sottolineato come gli stranieri giochino un ruolo fondamentale nell’economia del Paese: contribuiscono in misura significativa all’aumento demografico e danno un impulso alla popolazione in età lavorativa

Gli stranieri non rubano lavoro agli italiani: solo il 7,1% svolge lavori qualificati come dirigente o professioni intellettuali e tecniche a fronte del 37,3% di italiani. Il Centro studi di Confindustria, con il rapporto sull’immigrazione, demolisce le false percezioni degli italiani sul tema: gli immigrati fanno lavori che gli italiani non sarebbero disponibili a fare; in alcuni settori il loro apporto è cruciale e durante la crisi hanno sofferto più degli italiani. Il 27% di loro è impiegato o addetto al commercio e servizi, il 30,3% sono operai e artigiani e il 35,7% è personale non qualificato.

Il peso del lavoro straniero varia tra settori: 10,6% in media la quota di stranieri sugli occupati, ma 15,8% in agricoltura, 9,6% nell’industria, 16,3% nelle costruzioni, 18,7% per ristorazione e alberghi e 39,9% nei servizi sociali e alle persone che includono collaborazioni domestiche.

Il rapporto del CsC mette a confronto diverse statistiche sugli immigrati sfatando la sovra-percezione di disagio da parte degli italiani che, in base ai dati dell’Eurobarometro 2015, sono in maggioranza diffidenti verso gli immigrati: temono che abbassino gli stipendi, sottraggano posti di lavoro, costino troppo allo Stato e aumentino la criminalità.

In realtà gli immigrati irregolari sono 300mila in Italia, solo il 6% del totale; in generale gli stranieri sono il 9% del totale della popolazione, ma sono percepiti al 26%, tre volte tanto. La loro presenza contribuisce in misura significativa all’aumento demografico e, grazie alla giovane età, danno un notevole impulso alla popolazione in età lavorativa. Il loro reddito è generalmente più basso degli italiani.

fonte : http://www.milanofinanza.it/news/immigrazione-fattore-chiave-per-l-italia-201606221823265021