Immigrati, vertice Ue: Renzi: “Nuovo approccio”. Mattarella: “Mediterraneo non sia cimitero”
repubblica.it – A Bruxelles l’incontro richiesto dall’Italia dopo il naufragio dei migranti nel canale di Sicilia. Ma la Libia non ci sta all’ipotesi di azioni contro le imbarcazioni prima della partenza. Gentiloni: “Non manderemo truppe, ma se pericolo terrorismo aumenta dovremo agire”. Cameron: “Da noi mezzi, ma non migranti in Gb”BRUXELLES – È il giorno del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles per affrontare l’emergenza dei migranti nel Mediterraneo, dopo l’ennesima e più grave strage in mare. Sul tavolo l’ipotesi di distruggere i barconi dei trafficanti prima della partenza, il raddoppio delle risorse per le operazioni Triton e Poseidon, aiuti ai paesi africani per controllare le frontiere e aiuti ai Paesi europei per espellere i clandestini. “Sono ottimista sul fatto che possiamo portare a casa il segno che finalmente qualcosa in Europa è cambiato: dai primi contatti che ho avuto penso di poter dire che ci sono tutte le condizioni per farlo”, ha detto il premier Matteo Renzi.
Incontro a quattro. Prima dell’inizio dei lavori del vertice ue straordinario sull’immigrazione, si è svolto un incontro ristretto: vi hanno partecipato il presidente del Consiglio, Renzi, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Francois Hollande, e il premier britannico, David Cameron.
Il monito di Mattarella. E c’è anche chi, come alcune Ong, ha lanciato un appello per l’apertura delle frontiere: potrebbe, si sostiene, essere un modo per rilanciare l’economia. Prima del vertice il presidente del Consiglio italiano ha riunito in mattinata a Palazzo Chigi il ministro degli Interni Angelino Alfano, della Difesa Roberta Pinotti, degli Esteri Paolo Gentiloni, e il sottosegretario con delega ai servizi segreti Marco Minniti per fare il punto sulla situazione libica a la lotta al terrorismo. E sul tema è tornato a parlare il Capo dello Stato Sergio Mattarella dopo il monito lanciato all’indomani della strage del 20 aprile: “L’intera Unione europea non può accettare l’idea che il Mediterraneo divenga una grande cimitero dove sono sepolte persone che cercavano una vita migliore e le loro speranze” e “occorre intervenire all’origine dei fenomeni migratori” ha detto il presidente della Repubblica in visita a Zagabria. “I trafficanti di esseri umani vanno contrastati con tutta la forza e vigore possibile” ha aggiunto Mattarella.
SCHEDA – Piano in 10 punti per fronteggiare l’immigrazione
Tripoli: “L’Europa deve discutere con noi”. Ma sull’ipotesi che l’Europa si attivi per bombardare le imbarcazioni, Tripoli alza la voce: “Il governo di Tripoli non accetterebbe mai che l’Europa bombardi presunte basi di trafficanti di esseri umani. Tripoli si opporrà'”, ha detto il ministro per gli Affari esteri del governo di Tripoli, Muhammed el-Ghirani. Ghirani ha sostenuto che nessuno dall’Europa ha mai consultato Tripoli su tali azioni, mentre la stessa Europa ha dichiarato varie volte di non voler riconoscere lo stesso governo di Tripoli. “Come saprete se verrà colpito un innocente o uno scafista?”, ha chiesto il ministro. Il ministro ha parlato in un’intervista al giornale maltese Times of Malta. “Abbiamo fatto il nostro meglio per fare in modo che l’Europa collaborasse con noi per affrontare l’immigrazione illegale, ma loro continuano a dire che non siamo un governo riconosciuto. Non possono semplicemente decidere di agire. Devono parlare con noi”, ha aggiunto el-Ghirani, che più tardi ha detto ancora: “Ora non possono prendere alcuna decisione prima di discuterne con noi”.
Lo sforzo italiano. “L’italia sta reggendo da sola” l’urto del flusso di migranti in arrivo dalla Libia ed è “pronta a reggerlo” anche in futuro, sostiene il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che ha aggiunto che attualmente nei centri di accoglienza italiani sono presenti e sono stati accolti settantamila migranti tra richiedenti asilo e altri stati di protezione umanitaria più tredicimila minori non accompagnati. Il responsabile del Viminale non esita a ribadire che il nostro Paese sostiene pressioni da sola: “Le nostre strutture stanno reggendo questa grandissima pressione, una situazione figlia di ciò che sta accadendo in Libia perché occorre ricordare che l’Italia ha fin qui pagato da sola il conto prima dell’azione militare della Comunità internazionale e poi dell’inerzia della stessa Comunità internazionale”.
Intervistato dalla Bbc, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non ha però escluso un intervento militare qualora la minaccia terroristica in Libia dovesse aumentare: “In quel caso dovremo considerare la possibilità di colpire il terrorismo, ma – ha chiarito – non manderemo truppe ad occupare”. Poi ha rilanciato sulla necessità di “colpire i barconi dei trafficanti di esseri che lucrano sui migranti in partenza dalla Libia per l’Europa: dobbiamo provare a farlo”. E ha ribadito l’ipotesi di incrementare Triton: “Oggi spendiamo dai 20 ai 40 milioni l’anno, credo che possiamo arrivare a 100-120 milioni – ha detto Gentiloni – ma più dei soldi, dobbiamo condividere l’impegno navale dell’operazione Triton, è importante raddoppiare il numero delle navi”. Un’iniziativa militare viene però bocciata dalla Caritas, secondo la quale “una escalation di violenza” non sarebbe efficace per risolvere il problema e “metterebbe a rischio i paesi europei della sponda mediterranea, inclusa l’Italia, per eventuali ritorsioni di ogni genere da parte di formazioni estremiste”.
Fare di più. La missione Triton “non è sufficiente”, occorrono “più mezzi e più risorse” per affrontare l’emergenza, ha detto il presidente del Parlamento UeMartin Schulz, entrando alla riunione del Pse prima del Consiglio europeo. “Mare nostrum, Triton, chiamatela come volete – ha aggiunto – ma bisogna fare qualcosa…Oggi e nei prossimi giorni l’urgenza è salvare vite umane. Da vent’anni – ha sottolineato Schulz – il Parlamento fa proposte, anche su interventi a lungo termine, come la revisione del diritto d’asilo e la protezione temporanea dei rifugiati. È tempo che il Consiglio le ascolti”. Disponibilità ad offrire mezzi, ma non a ospitare immigrati: il primo ministro inglese, David Cameron, non ha dubbi. “La Gran Bretagna offre uno dei pezzi forti della Royal Navy, la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori” ma a condizione “che le persone salvate saranno portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiederanno asilo nel Regno Unito”, ha detto. La “drammatica situazione nel
Mediterraneo” dimostra che quella dell’immigrazione “è una questione europea e non un problema dei paesi del sud europeo”, ma “la discussione sulla solidarietà” tra paesi europei per “la redistribuzione dei richiedenti asilo” sarà “la questione più difficile da trattare” nel vertice straordinario di oggi, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, aggiungendo che “bisognerà sconfiggere qualche interesse nazionale in nome del bene comune”.
I punti sul tavolo. Il punto centrale della discussione è quello del soccorso in mare, dopo che l’operazione Mare Nostrum, che prevedeva che le azioni di ricerca e salvataggio si spingessero quasi fino alle coste libiche, è stata sostituita da Triton, che, però, è una missione di sorveglianza delle frontiere marittime, limitata a poche decine di miglia dalle acque costiere italiane. La bozza del testo che viene discusso oggi prevede un potenziamento dei fondi destinati alla missione, ma non una mutazione del mandato, né un aumento del raggio d’azione. È solo previsto un collegamento con Poseidon, missione analoga applicata al largo delle coste greche. La maggior parte dei Paesi raccolti intorno al tavolo, infatti, ritiene che estendere le operazioni di soccorso possa rappresentare un incentivo per i trafficanti di immigrati.
Ma si parla anche della distribuzione dei migranti tra i vari Stati della Ue: nonostante alcuni Paesi abbiano dichiarato di essere disponibili ad ospitare una quota dei rifugiati che ora si trovano nelle strutture italiane, l’ipotesi di una divisione automatica in base alla ricchezza e alla popolazione di ciascun membro europeo è rinviata a maggio, quando la Commissione presenterà le proposte a riguardo.
Poi c’è la questione delle azioni contro gli scafisti: il Consiglio Ue darà mandato a Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, di tracciare le linee di una missione europea che preveda il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni intercettate in mare, ma per un’azione preventiva è necessaria l’autorizzazione dell’Onu e l’ok della Libia che,
come detto, si è già dichiarata contraria. “La legge del mare obbliga al salvataggio, quindi aumentare la portata della missione Triton, porta automaticamente ad un aumento dei salvataggi in mare”, ha detto Mogherini, al suo ingresso al vertice europeo.
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