Il Nobel alla Merkel
Shukri Said – Blog Primavera Africana – Per la seconda volta, dopo la caduta del muro di Berlino, la Germania impone una sterzata alla Storia dell’Europa postbellica e abbatte, questa volta, il muro dell’ostracismo ai profughi che cercano riparo in Occidente aprendo senza limiti alle domande di asilo dei siriani in fuga dalla guerra civile che da oltre tre anni insanguina il loro paese.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel – Foto Cebit
E’ stata una mossa improvvisa dopo che appena nel maggio scorso l’Agenda Junker aveva previsto il limite dell’accoglienza di 32 mila profughi in tutta Europa ponendosi addirittura al ribasso rispetto ai 40 mila che ci si aspettava.
L’imprevista decisione della Cancelliera Angela Merkel – che per questo meriterebbe il Premio Nobel – ha lasciato senza parole le destre populiste alla Le Pen, alla Salvini, i seguaci di coloro che s’indorano all’alba e degli inconcludenti alla Orban: se impedisci a 2 mila profughi siriani di andare in Germania, non finisci forse col doverteli tenere in Ungheria?
Quella tedesca, poi, è stata una determinazione che ha sferzato anche i buonisti, quasi nessuno dei quali aveva mai osato proporre un’accoglienza senza limiti e senza se né ma. Un’accoglienza, cioè, veramente aderente ai principi scritti nelle leggi, ma non del tutto ancora nelle coscienze.
E’ vero: il fenomeno dell’immigrazione si è scatenato troppo rapidamente in questi ultimi tempi per potersi adeguatamente preparare a fronteggiarlo anche sul piano culturale e il dubbio del “mica possiamo accoglierli tutti” ha intimidito l’azione anche dei più pronti all’asilo.
Ma è proprio per questo che la soluzione di Angela Merkel e del suo governo è più rivoluzionaria.
Del resto, era immaginabile che l’eliminazione di Gheddafi avrebbe indebolito la struttura istituzionale della Libia e favorito la partenza dei barconi. Era evidente che, senza intervenire in Siria, ci sarebbero stati milioni di profughi alla ricerca di un destino almeno pari al benessere che avevano raggiunto in patria. Allo stesso modo è oggi chiaro a tutti che il tempo che sarà ancora necessario a portare lo sviluppo nei paesi più disagiati del mondo, in Africa e in Asia prima di tutto, produrrà ancora per molti anni importanti flussi migratori anche dopo che la questione siriana si sarà assestata.
Ecco, allora, che appare inspiegabile l’impreparazione che ha colpito governanti e opinione pubblica fino a quando le dimensioni dell’immigrazione si sono ingigantite al punto di oscurare tutti gli altri problemi.
La via d’uscita l’ha trovata Angela Merkel, ma è stato un po’ come scoprire l’acqua calda: applicare le leggi ed i principi fondanti dell’Occidente esattamente come sono scritti. Senza alcun limite, senza trucchi, senza ipocrisie, senza cedimenti a paure ancestrali o ammiccamenti elettorali.
Di sicuro, poi, non è stata una scelta di puro principio, ma un vero e proprio investimento nel futuro che la Germania ha adottato e che la Merkel spinge affinché lo adotti tutta l’Europa.
Dall’accoglienza ai 32 mila del maggio scorso fino a questi giorni, molte calcolatrici devono aver lavorato per dimostrare che, se l’Europa vuole mantenere le promesse di benessere alle future generazioni, deve necessariamente aumentare la sua popolazione e l’unico modo per ottenere questo risultato, con gli attuali livelli di bassa natalità, è proprio l’immigrazione.
E’ solo grazie all’immigrazione che in Italia il numero degli abitanti tende a crescere mentre il saldo economico che gli stranieri generano, tra le spese per l’immigrazione – intese in senso lato – e le tasse sui redditi degli stranieri, è attivo di circa 4 miliardi di euro.
Dunque, l’autorevole decisione della Germania rompe ogni tentennamento sulle politiche dell’accoglienza facendo del bene sia all’osservanza delle regole e dei principi che all’economia.
Il Presidente della Commissione europea Jean Claude Junker – Foto eu2008.si
Un esempio da seguire. Ed anche in fretta! A condizione, però, di non includere tutti i rifugiati siriani accolti dalla Germania nelle quote che l’Europa le attribuirà. I quattro parametri dell’Agenda Junker del maggio 2015, infatti, erano: popolazione complessiva, PIL, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale.
Se si saturasse l’ultimo dei parametri appena indicati con le domande di asilo dei siriani oggi accettate dalla Germania in deroga alle regole di Dublino – accaparrandosi, così, la Germania la fetta di profughi più acculturata e pronta alla produzione del reddito – si applicherebbe una discriminazione rispetto ai profughi di altre provenienze che l’Arcivescovo caldeo di Ebril Bashar Matti Warda ha dichiarato “inaccettabile”, come riferito da Adriano Sofri su La Repubblica di oggi a pag. 9 e come da RadioMigrante su RadioRadicale diciamo da due puntate.
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