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Bambini immigrati con genitori “irregolari”: difficile giocare a calcio

Il problema sono le leggi della federazione internazionale. La Figc (Federazione italiana gioco calcio) analizza i casi di “irregolarità” per poi permettere a tutti di iscriversi. “Segnalateci chi si rifiuta di far giocare i ragazzi cosiddetti ‘irregoari’ ” Ma il regolamento generale, imposto dalla Fifa, dice che senza permesso di soggiorno non si gioca – di VLADIMIRO POLCHIROMA – Vuoi giocare a calcio? Se papà è irregolare, scordatelo! Puoi essere nato in Italia, andare a scuola, curarti negli ospedali pubblici, ma se i tuoi genitori non hanno il permesso di soggiorno, in campo non ci metti piede. Lo dice il regolamento Fifa, ma la Figc(Federazione italiana gioco calcio) avverte: “Segnalateci i casi, interverremo subito”.

Fuori gli irregolari dai campi. Le regole della Federcalcio sono chiare: i calciatori stranieri minorenni che richiedono il tesseramento per una società della Lega Nazionale Dilettanti, devono presentare “il certificato di residenza anagrafica attestante la residenza in Italia e il permesso di soggiorno che dovrà avere scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno in cui termina la stagione sportiva per la quale il calciatore richiede il tesseramento”. Il permesso di soggiorno a cui si fa riferimento è quello dei genitori, visto che la regolarità del minore straniero dipende dalla posizione giuridica della madre e del padre.

La “discriminazione”. La norma (come ricorda l’agenzia Redattore Sociale) ricalca il regolamento internazionale della Fifa, che richiama le singole leggi statali sull’immigrazione. E così, applicando restrittivamente la Bossi-Fini si rischia di discriminare tutti quei bambini che avrebbero diritto allo sport, ma che non possono giocare per la situazione legale dei genitori. Una norma, questa, criticata da varie associazioni tra cui l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), che parla apertamente di “discriminazione”.

Le critiche dell’Asgi. Secondo Alberto Guariso dell’Asgi, “così si nega il diritto allo sport dei minori, violando la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, secondo la quale nessun minore può essere trattato diversamente in relazione allo status giuridico dei genitori”. Secondo Guariso “la Figc dovrebbe adeguarsi agli altri settori della società italiana come la scuola e la sanità, dove qualsiasi minore ha diritto allo studio e alle cure mediche, indipendentemente dalla regolarità dei genitori in territorio italiano”. Tanto più che, aggiunge Guariso, “i minorenni non possono essere espulsi dall’Italia in base all’articolo 19 del Testo Unico. Un paradosso: il minore può restare in Italia ma non può praticare sport”.

La risposta della Figc. L’avvocato Giancarlo Gentile, responsabile dell’ufficio legale della Figc replica: “Le norme internazionali imposte dalla Fifa impongono che i ragazzi debbano essere accompagnati  da genitori con residenza o permesso di soggiorno, per evitare il triste fenomeno della tratta dei giovani talenti calcistici. Nel momento in cui il minore mette piede in Italia si attiva subito una pratica di affidamento, che viene esercitata immediatamente dal Comune in cui si trova il minore, che poi provvede ad incaricare un tutore, sia nella forma di un’associazione o di una persona fisica. A quel punto non ci sono più problemi. Dunque, anche se i ragazzi che vogliono praticare il calcio sono figli di “irregolari” è sufficiente che siano affidati a qualcuno per poter iscriversi alla Figc, che deve così avere una pubblica istituzione o un privato cittadini nominato dal giudice tutelare, come referente”.

Figc: “Se qualche caso ci sfugge, avvertiteci”. “Già da due anni – dice ancora il responsabile dell’ufficio legae Figc – siamo intervenuti presso la Fifa per cambiare le cose, proprio perché la Federazione internazionale non considera la figura del tutore. Mentre noi cerchiamo di introdurre criteri diversi più in sintonia con i principi di civiltà giuridica e non solo giuridica”. E ancora: “La linea seguita dalla nostra Federazione e dettata anche alla nostra Commissione tesseramento minori e di iscrivere pure tutti quei ragazzi che si trovano in temporaneo stato di irregolarità, perché i genitori hanno perso il permesso di soggiorno. Certo qualche caso può sfuggirci, chiediamo perciò che ci vengano segnalati tutti i casi sul territorio per poter intervenire”.

La sentenza del tribunale. Sulla questione si è espresso anche qualche tribunale. Come quello di Lodi, con ordinanza depositata il 13 maggio 2010. I giudici hanno accolto il ricorso presentato congiuntamente da un calciatore togolese richiedente asilo in Italia e dall’Asgi e ha dichiarato discriminatorie le norme della Figc che impongono ai cittadini stranieri extracomunitari che richiedono il tesseramento per società della Lega Nazionale Dilettanti il possesso di un permesso di soggiorno valido fino al termine della stagione sportiva corrente.

fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2014/05/07/news/polchi-85474951/






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