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Emergenza immigrazione, Juncker all’Europa: “Risposte insufficienti, l’Italia lasciata da sola” Il presidente della Commissione: «L’immigrazione legale fa parte della soluzione»

lastampa.it – MARCO ZATTERIN – CORRISPONDENTE DA BRUXELLES – Sono bastati sei giorni perché Europarlamento e Commissione arrivassero a dire quello che molti hanno cominciato a pensare non appena il vertice leader Ue ha diffuso giovedì scorso le sue conclusioni sulla tragedia dei migranti nel Mediterraneo. «Risposte immediate, ma insufficienti», ha affermato il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker parlando ai deputati di Strasburgo, riconoscendo poi che «è stato un errore lasciare l’Italia da sola». «Si parla troppo di sicurezza e poco di accoglienza – ha avvertito il capogruppo socialista, Gianni Pittella -: non ci salveranno le trincee sull’acqua». I gruppi politici di maggioranza – guidati da popolari e socialisti – si sono così trovato d’accordo su un’esigenza precisa, quella di salvare il più grande numero di vite possibile e poi di varare un sistema di quote nazionali per distribuire chi ne ha diritto nel continente. Bruxelles presenterà le sue proposte il 13 maggio.

 

Dibattito lungo, tre ore che potevano essere anche di più. Purtroppo, in un’aula sempre piuttosto vuota per colpa delle debolezze delle regole che permettono di fissare altre riunioni mentre si discute in Aula di questioni cruciali. Toni drammatici, retorica abbondante, attimi toccanti, stupide polemiche. Gli eletti degli europei vorrebbero che l’Unione non avesse limiti e il presidente della Commissione è d’accordo con loro. Nel discorso introduttivo ha messo sul tavolo alcune proposte pronte ad essere lanciate, questioni su cui ci sarà certamente polemica. «Bisogna agire sull’immigrazione regolare e aprire le porte per evitare che degli sfortunati entrino dalla finestra» ha detto Juncker: «L’immigrazione legale fa parte della soluzione a medio termine e bisogna agire su questo».

 

Gli risponde subito il leghista Matteo Salvini che traduce il messaggio in «l’Europa carica di disoccupati vuole accogliere un miliardo di africani», per poi prendersela con il razzismo della sinistra, come di Mare Nostrum e Triton. La maggioranza ha idee diverse. Il Popolare Weber vuole le quote, che alleggerirebbero la posizione tedesca, non a caso. Tutti approva l’aumento delle risorse per la sorveglianza della frontiera mediterranea. E Juncker, rilancia: «È stato un grave errore mettere fine a Mare Nostrum, è costato delle vite umane». Critiche pesanti. Pure fra gli esponenti del Pd – come Michela Giuffrida – che hanno contestato i risultati del vertice, lo stesso che il governo ha invece giudicato un passo avanti su cui vigilare.

 

Si inseguono le ricette possibili. L’assemblea ha votato a larghissima maggioranza, (449 si, 130 voti contrari e 93 astenuti ) una mozione comune in cui si chiede di adottare quote per la ridistribuzione di chi arriva e ha diritto di restare. «La solidarietà deve essere condivisa», dice Juncker. «Frontex sta cercando di incorporare i nuovi mezzi nelle missioni Triton Poseidon», precisa il commissario agli Interni, Dimitri Avramopoulos. «Triplicare Triton è stato solo un ritorno alla norma, anormale è stato lasciare sola l’Italia», ribadisce il suo presidente.

 

Il capo del consiglio Donald Tusk promette che nei giorni a venire Frontex e le autorità italiane discuteranno l’allargamento della zona di operazione di Triton. La decisione in merito, spiegano le fonti Ue, può essere presa dai dirigenti dell’organismo di vigilanza delle frontiere. E’ probabile che sarà fatto. Così, in pratica, Triton coi mezzi triplicati diventerà a ogni effetto una nuova Mare Nostrum. E comunque, a sentire Juncker, non basterà a cancellare la sensazione che la razione dei leader Ue «è stata inferiore al livello di ambizione che i leader europei dovrebbero dimostrare».

 

Molta partecipazione, fra i deputati. Renato Soru è intervenuto parlando con in mano le ciabatte di due immigrati, padre e figlio, giunti sulle coste italiane. «Portiamo il loro spirito fino a qui», ha spiegato. Il parlamento – al netto di populisti e scettici che remano contro per partito preso – sta provando fare questo con i mezzi che ha. Belle parole, buone intenzioni. Che qui, come vale per il vertice europeo della scorsa settimana, richiederanno un attento controllo nelle prossime settimane. Le false promesse, davanti ai morti, sono peggio del silenzio.






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