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Immigrati, Onu: “L’Italia sia aiutata”

Il Palazzo di Vetro: “Serve un intervento internazionale”
Anche l’Onu interviene sull’emergenza immigrazione che sta investendo l’Italia. “La questione degli immigrati nel Mediterraneo – ribadisce il portavoce del Palazzo di Vetro – non è un problema che il Paese può affrontare da solo”. “L’Italia sopporta un peso molto grosso, ma è solo un punto di entrata” dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Per questo “non può esserci solo una risposta nazionale, ma serve una risposta internazionale”, conclude.

Parole che suonano come musica per le orecchie del governo italiano che da tempo chiede un intervento delle organizzazioni internazionali per far fronte all’emergenza immigrazione, con gli arrivi che quest’anno hanno già sfondato quota 50mila. Sul fronte interno, intanto, domani il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, riceverà il presidente dell’Anci, Piero Fassino, che chiede risorse straordinarie per l’accoglienza. E il Pd invoca la dichiarazione dello stato di emergenza.

Il coinvolgimento dell’Onu, oltre che dell’Europa, sul fronte dell’immigrazione è invocato da mesi dal premier Renzi e da Alfano. L’idea italiana sarebbe quella che le Nazioni Unite gestissero i campi profughi in Libia da cui i migranti partono a migliaia negli ultimi giorni sulle carrette del mare dirette verso l’Italia. Ma si tratta di una strada di difficile percorribilità, viste le condizioni di assenza assoluta di controllo in cui si trova l’ex Paese di Gheddafi.

Pd: “Parole che confermano la fondatezza del nostro appello” –“L’autorevole intervento dell’Onu conferma la fondatezza dell’appello lanciato dall’Italia”. Così Khalid Chaouki, deputato del Partito Democratico e coordinatore dell’Intergruppo sulla cittadinanza. “E’ fondamentale – spiega – che la questione dell’immigrazione sia internazionalizzata e che l’emergenza non sia affrontata solo all’arrivo dei profughi sulle nostre coste ma che siano aperti campi di accoglienza nei Paesi di transito come la Libia. Questo impegno è determinante sia per tutelare i diritti umani e i diritti dei profughi ma anche per coordinare le richieste di asilo verso i Paesi europei, da farsi già nei Paesi di transito”.






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