RENZI: LA DEPENALIZZAZIONE DEL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA NON SARÀ NEL PROSSIMO CDM
“NO ALLA DEMAGOGIA MA NO ANCHE AL BUONISMO ESASPERATO” – Il presidente del Consiglio: “C’è una percezione di insicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo tutti insieme senza fretta”. Sulle riforme costituzionali: sono “la madre di tutte le battaglie”, il referendum “non è un plebiscito” ma sono pronto a “trarne le conseguenze”
10 gennaio 2016 La depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina non sarà all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Lo annuncia il premier Matteo Renzi in un’intervista al Tg1. “L’Europa – spiega – deve avere una posizione comune” con queste modalita’: “no alla demagogia ma no anche al buonismo esasperato, chi sbaglia deve essere mandato via”. Poi Renzi chiarisce: “Secondo i magistrati il reato in quanto tale non serve, non ha senso e intasa i tribunali, ma è anche vero che c’è una percezione di insicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo con calma, tutti insieme, senza fretta”. Riforme “madre di tutte le battaglie, trarrò le conseguenze” Le riforme costituzionali sono “la madre di tutte le battaglie” e “sono convinto che gli italiani staranno dalla nostra parte”, dice Renzi, ma aggiunge di essere comunque pronto a “trarne le conseguenze”. “Il referendum non è un plebiscito ma è giusto che la parola passi ai cittadini”. Elezioni amministrative, “Non passerò le giornate a parlare di coalizioni” Le prossime amministrative non sono un test sul governo ma “sono un test per scegliere i sindaci” delle città che andranno al voto. Così Matteo Renzi nell’intervista chiude il dibattito sulle alleanze: “Non voglio passare le mie giornate a ragionare di coalizioni. In queste settimane girerò l’Italia, per dire che l’Italia è ripartita e deve riscoprire l’anima più bella che ha, quella della cultura”. “Finito il tempo in cui l’Europa ci dava compiti” Poi il premier parla del rapporto con l’Europa: “L’Italia ha fatto le riforme e ha le carte in regola, l’Italia a casa propria deve continuare con le riforme ma è finito il tempo in cui l’Europa ci dava lezioni e i compiti da fare. L’Italia c’è e inizia a farsi sentire”, sottolinea.
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