L’Ungheria esce dalle regole europee sull’immigrazione
ilsole24ore.com – L’Ungheria ha annunciato che non rispetterà più le regole sulle richieste di asilo nell’Unione europea. Il governo nazionalista di destra di Viktor Orban ha infatti deciso, senza concordare nulla con gli altri Stati membri, di sospendere le regole di Dublino III, secondo le quali le richieste d’asilo devono essere esaminate nel Paese che per primo ha fatto entrare il rifugiato all’interno dell’Unione. L’Ungheria quindi non riaccoglierà i migranti che dopo essere entrati nella Ue attraverso il territorio ungherese siano già usciti dai confini nazionali e si trovino ora in altri Paesi dell’Unione.
«La barca è già piena», «dobbiamo proteggere gli interessi ungheresi», ha fatto sapere il governo di Budapest ricordando che la polizia ungherese quest’anno ha già fermato oltre 60mila profughi senza documenti: molti più dei 43mila clandestini registrati nell’intero 2014 da un Paese che fino al 2012 aveva dovuto gestire solo 2mila richieste d’asilo all’anno. I nuovi flussi riguardano soprattutto cittadini afghani, siriani e pakistani, entrati in territorio ungherese risalendo i Balcani – attraverso la Grecia, la Bulgaria, la Macedonia e poi la Serbia – con l’obiettivo di raggiungere l’Austria, la Germania e l’Europa del Nord.
Dopo aver annunciato, la scorsa settimana, la costruzione di un muro alto quattro metri e lungo 175 chilometri per bloccare la frontiera meridionale con la Serbia, Orban ha preso dunque un’altra decisione, inattesa e sconcertante, che oltre a riaccendere lo scontro con Bruxelles sull’immigrazione, apre di fatto una vera “guerra sui rifugiati” con i Paesi confinanti dell’Unione. A cominciare dall’Austria, destinata a subire più di altri le conseguenze della mossa di Orban: «Chi vuole continuare ad avere un’Europa senza frontiere – ha detto il ministro dell’Interno di Vienna Johanna Mikl-Leitner – deve rispettare le regole di Schengen. E ciò implica la stretta osservanza del regolamento di Dublino». Vienna dopo le 28mila del 2014 ha ricevuto 21mila richieste di asilo nei primi cinque mesi di quest’anno. E stima che almeno un quarto di queste riguardino Dublino III, cioè migranti arrivati in Austria attraverso un altro Paese membro.
Orban, anche per riconquistare consensi a destra, parla di fallimento del multiculturalismo, preme sulla Ue perché sull’immigrazione agisca con più velocità e intanto blocca le frontiere in entrata. Ieri di fronte alla Commissione europea che chiedeva «chiarimenti immediati» sulla sospensione di Dublino III, il governo di Budapest si è limitato a un riferimento a «motivi tecnici» ancora tutti da precisare.
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