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Immigrazione Ue. Si allarga il fronte del no sulle quote. Le preoccupazioni di Mattarella. Italia di nuovo sola?

La Francia dice no, la Spagna pure solleva il sopracciglio. Non è passata nemmeno una settimana dall’ok della Commissione Europea all’accordo che redistribuisce tra gli stati membri le quote di immigrati in arrivo dal nord-Africa. Nemmeno una settimana e quella che sembrava una svolta storica per l’Ue rischia di avvitarsi in uno di quei tornanti in cui si entra senza sapere come se ne esce. Anche perché oggi la riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa europei ha approvato solo la base legale della missione navale europea contro i trafficanti: per i dettagli, bisogna aspettare, nella speranza che il tutto parta a giugno. L’Europa continua a muoversi da elefante, su quella che ormai è ampiamente riconosciuta come emergenza globale. E in Italia scattano le preoccupazioni. Tanto che Sergio Mattarella fa dell’immigrazione il punto centrale del suo discorso a Tunisi.

“Bruxelles deve prendere atto del dramma dei profughi e darsi una nuova missione storica che si ponga l’obiettivo di favorire una maggiore integrazione tra sponda Nord e Sud del Mediterraneo, creando le condizioni per uno sviluppo condiviso”, esorta il presidente della Repubblica. Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a margine del vertice di Bruxelles, ammette che la discussione sulle quote “non è facile”. Tuttavia, si tratta di una “discussione di posizionamento in vista dei prossimi vertici e incontri”.

La strada è ancora lunga, fino al consiglio europeo di giugno che dovrà approvare l’agenda Ue proposta dalla Commissione. Ma, si confida a Roma, i no espressi da Francia e Spagna non potranno andare fino in fondo. Insomma, è la speranza, Parigi e Madrid non potranno fare blocco con i paesi dell’Est, già schierati sul no fin dall’inizio. Perché, è la spiegazione, non la reggerebbero dal punto di vista etico, morale e anche politico. Semplicemente, provano ad alzare la posta per ottenere di più a fini interni. Il premier francese Manuel Valls lo fa perché costretto dalla concorrenza del Front National di Marine Le Pen. Il governo conservatore spagnolo perché già in campagna elettorale per le elezioni d’autunno. Obiettivo: evitare di schiacciarsi sui socialisti del Psoe e – soprattutto – su Podemos, la novità politica del panorama spagnolo che sta costringendo all’inseguimento gli altri partiti.

Ma tutto questo non può azzerare i passi avanti fatti la scorsa settimana, con un sistema di redistribuzione di (soli) 20mila migranti in tutti i paesi Ue, tenuto conto del loro pil, popolazione, tasso di disoccupazione e sforzi fatti in materia di accoglienza finora. Almeno è questa la speranza dei vertici italiani a Bruxelles e del governo Renzi. “Il fatto che la Spagna abbia espresso delle perplessità – dice all’Huffington Post Marco Piantini, consiglio di Renzi per l’Europa – dimostra che non si può puntare su un asse dei paesi del sud contro quelli del nord. Impostazione sbagliata che non abbiamo mai usato. Per dire che la geografia non fa la politica in Europa”.

Detto questo, i problemi restano sul campo. Gentiloni fa l’elenco delle prossime tappe. Il 27 maggio la commissione emana la proposta legislativa connessa a quella della scorsa settimana, poi il 15 e 16 giugno i ministri degli Interni ne discuteranno e a fine giugno se ne occuperanno i leader al Consiglio europeo. “L’auspicio dell’Italia è che la reazione che c’è stata dopo la tragedia di metà aprile, che ha portato ad accogliere la nostra richiesta di un vertice straordinario e di cui in qualche modo è figlia l’agenda della Commissione, venga confermata nei diversi capitoli di cui ci si occupa”, dice il titolare della Farnesina. Questo “risveglio dell’Europa è difficile da rimettere in discussione perché altrimenti sarebbe complicato per l’Europa mantenere quello di buono che ha fatto nell’ultimo mese dopo la tragedia al largo di coste libiche”. Un auspicio, appunto.

 

fonte: http://www.huffingtonpost.it/2015/05/18/immigrazione-ue_n_7308208.html






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